FOMO: il sentimento comune della cripto arte in mostra da Plan X
La mostra alla galleria Plan X di Milano, in collaborazione con Xiaomi Italia e Nifty Gateway, definisce lo stato dell’arte cripto: ne abbiamo paralto con il curatore, Talvir Thind
Per “Lost in Crypto”, una delle prime mostre ad aver puntato l’obiettivo sull’arte cripto, che si è svolta all’inizio dello scorso anno da Plan X, la curatela era stata affidata all’artista DotPigeon. In questa occasione invece è Talvir Thind il curatore scelto da Marcello Polito e Niccolò Stabile, collezionista, moderatore di Nifty Gateway e attivo nel panorama NFT sin dagli albori. In esposizione per “FOMO”, acronimo per “fear of missing out”, letteralmente, “paura di essere tagliati fuori”, 15 affermati criptoartisti con all’attivo progetti di grande interesse culturale, tra cui il già ricordato DotPigeon, CB Hoyo e Francesco de Molfetta che hanno fatto il loro debutto nell’arte cripto lo scorso anno proprio con una mostra da Plan X. Troviami poi Stephy Fung e Tom Yoo che stanno scrivendo le regole della moda nel metaverso, La+ch, compositore di fama mondiale che lavora unendo suono e visual, KidEight che ha appena conquistato la copertina di Rolling Stone, ed Eirdis che vedrà le sue opere esposte al museo del Louvre.
Come la prima esposizione, anche questa è installata su degli schermi forniti dallo sponsor Xiaomi Itali ma già dal titolo si capiscono le evidenti differenze tematiche. Se fino a poco meno di un anno fa, nell’universo cripto ci si sentiva persi – e prontamente la galleria ha dato le coordinate per orientarsi sottolineando il proprio ruolo pionieristico – oggi la paura è di perdere dei momenti salienti, delle prospettive e trovarsi tagliati fuori. Il curatore risolve questo sentimento presentando la maggior combinazione possibile di rappresentazioni. Quindi, esposte si trovano opere di moda, design d’interni, architettura, pixel art, ma anche scultura e pittura. Abbiamo raggiunto Talvir Thind per farci dire di più.
Da cosa nasce questa selezione di autori e di opere?
«Lavorando da anni in questo settore ho avuto modo di conoscere tanti artisti e instaurare con loro un rapporto di fiducia reciproca. Mettendo assieme così tanti punti di vista non c’è un filo conduttore visivo, ma piuttosto una registrazione in tempo reale di un cambiamento epocale e, se non in tutte le sue sfaccettature, almeno in una variegatura tale da poter essere già un ottimo punto di riferimento. La mia proposta è passata poi al vaglio di Marcello e Niccolò e da qui è nata FOMO».
Nell’universo cripto si stanno delineando delle correnti di rappresentazione. Per quanto la selezione presentata qui sia esaustiva, pensi ci siano dei vuoti da colmare?
«Sicuramente in primis l’arte generativa, che negli ultimi tempi ha iniziato a farsi strada nel mainstream e che rappresenterà una componente importante nei linguaggi della cripto arte, così come la fotografia. Spesso erroneamente la fotografia è stata considerata un medium di serie b per il mondo nft, quando forse è uno dei mezzi con le potenzialità migliori e sicuramente troverà il proprio spazio da protagonista».
Come da prassi oltre all’inaugurazione nella sede di via Marsala, il 2 febbraio sono state messe in vendita tutte le opere nel marketplace Nifty Gateway e la mostra resterà visibile fino al 2 marzo 2022.