Studio Leggero, NoMa, Bombay Sapphire e Zero hanno formato un quartetto d’eccezione per animare le serate della kermesse milanese in nome della stravaganza boettiana.
Appena concluso il Fuorisalone e il tour di Ill At Ease, ripercorriamo assieme un evento che si è distinto per originalità e nomi coinvolti. Per l’evento di debutto, Studio Leggero ha assunto pienamente alla sua mission di produzione creativa all’interno e all’esterno del Metaverso. Luisa Ausenda e Caterina Taurelli Salimbeni, curatrici e produttrici dell’happening e di Studio Leggero, si definiscono soddisfatte della riuscita del progetto.
«Per noi Ill at ease – hanno detto le curatrici – è il compenetrarsi non solo di arte digitale e design d’autore, ma anche della convivialità dell’happening con l’accessibilità dell’arte pubblica. Portiamo arte digitale d’ultima generazione e di designer riconosciuti mondialmente nelle piazze, con opere di Realtà Aumentata e Realtà Virtuale, e una vera e propria sala immersiva (su ruote), per colmare la distanza che dal recente boom speculativo di questa arte a oggi si è creata fra di essa e il pubblico. Una distanza questa dovuta soprattutto alla mancanza di informazioni rispetto all’arte digitale nonché di progetti art pour l’art».
Il nome “Ill at ease”, interpretato liberamente dalle curatrici in italiano come “inquieto a suo agio”, fa riferimento alla natura sperimentale e in continua evoluzione dell’evento. I visitatori sono stati accolti dal team di Studio Leggero, un bar sponsorizzato da Bombay Sapphire e NoMa, una stanza immersiva itinerante di Valuart Studio, in diverse piazze e cortili della città durante i giorni del Fuorisalone e hanno potuto interagire con pezzi di design e opere digitali, creando ogni volta un’esperienza sempre unica e diversa. L’evento, di tipo collaborativo e aperto al pubblico, è andato contro le logiche tradizionali degli eventi di design e arte perché il visitatore non solo ha potuto fare un’esperienza immersiva, interagendo con le opere esposte in maniera fisica, ma anche meta-fisica grazie alla realtà aumentata.
Presentandosi come un happening nomade e un format replicabile, Ill at ease recupera l’idea di Allan Kaprow di un’azione scenica priva di matrice predeterminata, che si concentra sull’evento e non solo sull’oggetto. Il pubblico non è un semplice fruitore passivo, ma anzi viene invitato a partecipare attivamente all’evento sviluppando il proprio modo personale di interazione con le opere d’arte e di design proposte. Ciascuna tappa, oltre a far vivere in perfetta armonia mondo fisico e digitale, arte e design, ha visto le curatrici e gli artisti registrare dei podcast, a breve disponibili su tutte le piattaforme digitali. Grazie anche a Particle, l’app ufficiale dell’iniziativa, il pubblico ha potuto interagire ulteriormente con la mostra attraverso storie, curiosità, contenuti multimediali e interazioni in realtà aumentata create ad hoc per ciascuna tappa.
Gli artisti coinvolti sono stati: Ron Arad, Hermine Bourdin, Khaled El Mays, Diango Hernandez e Six N. Five. Ron Arad, designer e architetto israeliano noto per le sue opere innovative e all’avanguardia, è stato tra i primi a utilizzare software di progettazione 3D per creare forme e strutture complesse. Hermine Bourdin è un’artista multimediale francese che lavora principalmente con argilla e ceramica. Le sue opere, fisiche e digitali, esplorano le relazioni tra la forma, la materia e la storia contemporanea.
Khaled El Mays è un artista siriano che utilizza la fotografia e il video per esplorare temi come la memoria, l’identità e la cultura. Diango Hernandez è un artista cubano che sfrutta una vasta varietà di media per indagare temi legati alla storia e alla politica del suo paese natale. Infine, Six N. Five, alias dell’artista Ezequiel Pini, concentra la propria ricerca sulla creazione di immagini e animazioni digitali che sfidano le convenzioni del design tradizionale e cercano di esplorare nuovi modi di percepire la forma e lo spazio.
Fonte di grande ispirazione per le future generazioni di artisti e designers, Ill at ease si è dimostrato un evento unico e innovativo, che ha saputo mostrare arte e design nella loro semplicità e nella complessità di sfaccettature che si stanno via via modellando nel mondo phygital e proprio per questo è stata riconfermata la presenza al prossimo Fuorisalone, nonché in altri eventi anche fuori da Milano.